venerdì 7 dicembre 2012

Indagine Censis, in Italia poche risorse per i disabili: «Peso sulle spalle delle famiglie»

Indagine Censis, in Italia
poche risorse per i disabili:
«Peso sulle spalle delle famiglie»

articolo tratto da il sole 24  ore salute

Poco meno di 440 euro per abitante all'anno, precisamente 438, contro i 531 euro della media dei Paesi dell'Unione europea: la sanità italiana si colloca così, nella classifica europea delle risorse destinate ai servizi per malati cronici e persone con disabilità, al di sotto di Francia, Germania e Regno Unito. I dati, emersi da una ricerca promossa dalla Fondazione Cesare Serono e realizzata dal Censis, sono stati discussi questa mattina a Roma nel corso dell'incontro «I bisogni ignorati delle persone con disabilità. L’offerta di cura e di assistenza in Italia e in Europa».


In Europa -
Dall'indagine emerge che la Francia partecipa alle esigenze dei disabili e dei malati cronici con 547 euro per abitante all'anno, la Germania con 703 euro e il Regno Unito con 754 euro, mentre la Spagna, con i suoi 395 euro pro-capite annui, si colloca più in basso del nostro Paese. Ancora più grande è la sproporzione tra le misure erogate sotto forma di prestazioni economiche, e quelle in natura, ossia sotto forma di beni e servizi. In quest’ultimo caso il valore pro-capite annuo in Italia non raggiunge i 23 euro, cioè meno di un quinto della spesa media europea (125 euro), e in particolare meno di un decimo della spesa della Germania (251 euro) e pari a meno della metà della spesa rilevata in Spagna (55 euro).

 

Pensioni e indennità per disabili
- Le misure economiche erogate dall'Inps in favore di persone che hanno una limitata o nessuna capacità lavorativa sono pari a circa 4,6 milioni di prestazioni pensionistiche, di cui 1,5 milioni tra assegni ordinari di invalidità e pensioni di inabilità e 3,1 milioni per pensioni di invalidità civile, incluse le indennità di accompagnamento, per una spesa complessiva di circa 26 miliardi di euro all'anno. «Ma il modello italiano si legge in una nota del Censis - rimane fondamentalmente assistenzialistico e incentrato sulla delega alle famiglie, che ricevono il mandato implicito di provvedere autonomamente ai bisogni delle persone con disabilità, di fatto senza avere l'opportunità di rivolgersi a strutture e servizi che, sulla base di competenze professionali e risorse adeguate, potrebbero garantire non solo livelli di assistenza migliori, ma anche la valorizzazione delle capacità e la promozione dell'autonomia delle persone con disabilità».


Disabili e lavoro - L'Italia è ancora molto indietro sul fronte dell'inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Le differenti definizioni di disabilità in uso nei diversi Paesi europei rendono difficile il confronto, ma ad esempio in Francia, dove il 4,6% della popolazione ha un riconoscimento della propria condizione di disabilità (cifra molto simile a quella italiana), si arriva al 36% di occupati tra i 45-64enni disabili, mentre in Italia il tasso si ferma al 18,4% tra i 15-44enni e al 17% tra i 45-64enni.

I servizi socio-sanitari - Per fornire una mappa dell’offerta sanitaria e socio-sanitaria su cui possono contare i disabili italiani è stata realizzata un’indagine nazionale che ha coinvolto tutte le 147 Asl e che si basa sulle risposte di 35 di esse. Con riferimento ai servizi disponibili per le persone Down, ad esmepio, 19 Asl su 24 indicano la presenza di servizi di neuro e psico-motricità dell’età evolutiva e di logopedia, 16 segnalano l’attivazione di progetti di educazione all’autonomia e 17 di altri servizi. Per quel che riguarda i pazienti affetti da disturbi dello spettro autistico, 21 Asl su 24 segnalano l’offerta di servizi di logoterapia e 18 su 24 garantiscono la terapia per la psicomotricità. Per quanto riguarda i servizi per i pazienti affetti da sclerosi multipla, l’offerta delle Asl si concretizza soprattutto in riabilitazione motoria e logopedia, la prima garantita da quasi la totalità delle Asl, la seconda dalla metà. Per i pazienti con la malattia di Parkinson, tutte le Asl hanno segnalato di garantire la riabilitazione motoria, la metà quella del linguaggio, un terzo la terapia occupazionale.
di red. (17/10/2012) da il sole 24 ore
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